venerdì 18 luglio 2008

“Why not”, un’indagine sfortunata

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Il procedimento noto come “Why not” e tolto a Luigi De Magistris con la nota avocazione del P.G. facente funzioni dr Dolcino Favi, autorevolmente definita “impensabile” dal collega Ingroia, è decisamente “sfortunato”.

Riportiamo qui sotto un articolo tratto da Panorama di oggi 18 luglio 2008.

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Giudici contro giudici a Catanzaro


di Giacomo Amadori
(Giornalista)

Inchiesta “Why not”. I magistrati che seguono l’inchiesta su Prodi e Loiero sono in disaccordo. Tanto che il sostituto di De Magistris ha chiesto di trasferire l’inchiesta a Salerno.

«Basta con questo Prodi!»: martedì 8 luglio questa esclamazione è uscita dalla sala riunioni della procura generale di Catanzaro.

È più di 1 mese che gli appuntamenti settimanali dei magistrati che seguono l’inchiesta Why not, in cui l’ex premier è indagato per presunto abuso d’ufficio, finiscono con interminabili discussioni.

I partecipanti lasciano il tribunale scuri in volto.

C’è divergenza di vedute tra il pm crotonese Pierpaolo Bruni (successore di Luigi De Magistris) e gli altri sei magistrati del gruppo.

Contrasti che riguardano anche l’atteso chiarimento della posizione di Romano Prodi nel procedimento, annunciato recentemente dal procuratore generale Enzo Iannelli.

Tutto finito e tante scuse al Professore?

Non è così semplice, Bruni, che a marzo non aveva firmato la richiesta di archiviazione per l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, vuole poter continuare a investigare su Prodi e sugli altri indagati, a partire dal presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. Posizione che il magistrato ha ribadito in tre lettere inviate al procuratore generale Iannelli.

Panorama ne conosce il contenuto.

Nell’ultima comunicazione, spedita a fine giugno, Bruni, preoccupato per l’andamento delle indagini, ha proposto una riunione con un ordine del giorno sorprendente: discutere il trasferimento dell’inchiesta catanzarese alla procura di Salerno per competenza, visto che i pm Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi procedono contro alcuni indagati di Why not, tra cui l’imprenditore Antonio Saladino, per una presunta corruzione in atti giudiziari.

L’8 luglio la proposta di Bruni non è stata condivisa dai colleghi e la polemica è stata assai vivace.

Anche perché nei giorni precedenti il pm crotonese (già ascoltato a Salerno) aveva scritto le altre due lettere a Iannelli, in cui non aveva risparmiato critiche.

«Il gruppo di lavoro esiste solo formalmente poiché soltanto lo scrivente, pressoché in esclusiva negli ultimi mesi, ha posto in essere attività investigative e di impulso alle indagini» aveva scritto Bruni il 10 giugno.

E aveva sottolineato la differenza di linea rispetto agli altri magistrati del gruppo: «Nel corso delle riunioni tra colleghi ho spesso registrato con manifesto rammarico prospettive di gestione e sviluppo del fascicolo (...) tese allo stralcio o all’archiviazione di posizioni procedimentali».

Uno dei motivi di maggiore attrito è il decreto di perquisizione a Loiero, eseguito in febbraio: «Tra la data in cui lo scrivente aveva predisposto il provvedimento e quella in cui c’è stata la firma congiunta è passato circa 1 mese».

Un ritardo che secondo il pm avrebbe potuto lasciare spazio a un inquinamento delle prove.

I carabinieri del nucleo operativo di Catanzaro, guidati dal maggiore Enrico Maria Grazioli, hanno trovato nello studio di casa Loiero un foglio scritto al computer con un elenco di imprenditori e a fianco cifre in euro, per un ammontare di circa 70 mila euro.

Bruni ipotizza che quei soldi possano essere finanziamenti per la campagna elettorale del 2005, in cambio dei quali Loiero avrebbe, secondo l’accusa, distribuito favori e ispirato leggi ad hoc per i suoi principali sponsor. Ipotesi che potrebbe presto avere sviluppi.

Comunque fra i magistrati le divergenze riguardano soprattutto il ruolo di Prodi e del suo entourage.

Il successore di De Magistris non vuole mollare l’osso e chiede di poter continuare a indagare poiché pensa di aver trovato una pista da approfondire. Come confermano gli inviti in procura recapitati agli imprenditori Pietro Macrì e Marinella De Grano, la moglie, per rispondere su «presunti finanziamenti all’onorevole Prodi attraverso il Laboratorio democratico», un centro studi di giovani vicini all’ex premier, guidato dal deputato Sandro Gozi, in passato collaboratore del Professore a Bruxelles.

Macrì e De Grano hanno lavorato a Milano e Bologna, dove hanno conosciuto Prodi («Ma non siamo amici»), sono elettori del Pd, hanno partecipato alle attività del Laboratorio, conoscono Gozi: «Abbiamo allestito gratis il sito del Laboratorio, un lavoro, al massimo, da 10 mila euro. È questo il finanziamento illecito?» chiede polemico Macrì.

«Mio fratello Francesco ha offerto 5 mila euro per la campagna elettorale di Gozi, io mi sono rifiutata» aggiunge la moglie. «Siamo solo imprenditori che hanno provato a tornare nella loro terra d’origine per portare una mentalità d’impresa europea» protestano.

Bruni prende atto delle risposte e studia gli affari delle due aziende riconducibili a Macrì e De Grano: Met sviluppo e Adepta. Senza trascurare i rapporti con la Pragmata, società sammarinese collegabile a un vecchio amico di Prodi, Piero Scarpellini: «In tutto abbiamo stipulato con loro una consulenza da 14 mila euro» afferma De Grano.

In realtà Bruni si è insospettito dopo la perquisizione negli uffici dell’Adepta: nella contabilità del 2005 era annotato un numero di fattura di dicembre per circa 400 mila euro. A fianco la sigla «F. M.».

Chi è? L’identità resta un mistero, visto che lo scorso gennaio, poco tempo prima dell’arrivo dei carabinieri, le generalità dell’uomo, secondo gli investigatori, sarebbero state cancellate dai computer e la fattura sarebbe sparita.

È lui la persona attraverso cui sono stati finanziati i politici? I coniugi Macrì negano di conoscere F. M., però Bruni continua a lavorare, almeno per trovare questa risposta.

Il 23 maggio la procura generale gli ha tolto il fascicolo su un finanziamento regionale da 3,2 milioni per una società informatica acquistata, prima del fallimento, da un consorzio di cui facevano parte proprio Met sviluppo e Adepta.

Il pm ha passato la mano sottolineando per iscritto il suo «modesto dissenso» e contestando
che impedirebbe una visione complessiva sull’inchiesta Why not. Si è convinto che indagare su Prodi è un’impresa ardua.

Così nelle sue lettere Bruni, «per le reiterate doglianze nel corso dei mesi rappresentate», e «avendo manifestato ripetutamente il proprio disaccordo», ha chiesto più volte a Iannelli di «valutare l’opportunità di mantenere» un incarico che non aveva richiesto e, anzi, «per le vie brevi rifiutato».

Finora il suo capo, Iannelli, lo ha pregato di rimanere al suo posto.

Forse per il suo curriculum di magistrato impegnato contro la criminalità organizzata (ha subito minacce di morte e vive sotto protezione) e specializzato nei reati contro la pubblica amministrazione.

Negli ultimi anni, Bruni ha fatto condannare due consiglieri regionali della Margherita e dell’Udc (quest’ultimo passato a Forza Italia), l’ex presidente ds della Provincia di Crotone, un sindaco di Rifondazione, un politico di An e il vicepresidente regionale dell’associazione industriali.


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La foto, di Franco Cufari, è tratta da Panorama.




17 commenti:

Cinzia ha detto...

Se volevano insabbiarla del tutto non hanno scelto il soggetto giusto allora, come mai? Per chi ne è completamente fuori resta difficile intuire le dinamiche di manovra.
Però mi sembra di capire (e non poteva essere altrimenti) che l'ambiente sia inquinato oltre misura.
Forse davvero se la trasferiscono a Salerno potrebbe avere maggiore fortuna?!
Anche se la Procura di Salerno mi pare che c'ha già le sue belle gatte da pelare!

Anonimo ha detto...

Più che sfortunata, sembra proprio che st'indagine "nun sa' da fa'"

io che speravo che :( ha detto...

La sensazione che si ha dando uno sguardo veloce ai casi De Magistris, Forleo, ed alla inchiesta Why not, è che nel nostro paese potrebbe essere esistita una ristretta cerchia di intoccabili.
Altri invece in passato, ed ancora oggi è così, sembrano essere quasi calamitosamente toccabili.
A mio modestissima opinione questo strano strabismo ha generato una anomalia ed ha procurato a livello elettorale quello stesso fenomeno che porta sistematicamente a fare il tifo per chi appare essere oggetto di un trattamento discriminatorio.
Questo stato di cose ha portato, sempre secondo la mia modesta visione dei fatti, gran parte dei cittadini quasi a "giustificare" taluni comportamenti di “destra”, ritenendoli comunque meno esecrabili di altrettanto discutibili comportamenti di “sinistra”, sui quali però stranamente non si era mai accesa una lampadina.
Non voglio fare qualunquismo e dire "finalmente si scoprono gli altarini".
Non so cosa ci sia nelle carte della inchiesta Why not, mi limito però ai fatti.
La Forleo è diventata un "cattivo giudice" perchè aveva ritenuto non normale che personaggi politici di primo piano facessero un tifo attivo rispetto ad una scalata societaria che appariva subito di dubbia legittimità.
Risultato: trasferita.
De Magistris indaga, in controtendenza, su tal'altri personaggi della area politica vicini a quelli che erano stati toccati dalla Forleo.
Gli viene tolta l'inchiesta, fa nomi e cognomi di chi lo ha ostacolato, e porta i fatti alla attenzione delle autorità competenti. Sentitosi isolato da un sistema di potere che sembrava orientato a far finta di niente, decide di venire allo scoperto in modo tale da far salire la nebbia che avvolgeva la vicenda. Viene poi accertato che chi lo ha ostacolato aveva un forte interesse "amicale" rispetto alle persone indagate.
Risultato: De Magistris trasferito, e chi lo aveva ostacolato siccome legato agli indagati non viene neanche sfiorato da un accenno di azione disciplinare.

Insomma - fermo restando che le inchieste svolte a destra non sono state frutto della fantasia di PM armati di kalashnikov (si scrive così?) - può affermarsi che l'orientamento del sistema giudiziario abbia presentato negli ultimi anni qualche sacca di strabismo?
E questo strabismo - se c'è stato - ha chi ha giovato?
Alle coalizioni di destra?
A quella di sinistra?
O ai cittadini?
Ha consentito ai cittadini di non cadere nella classica condizione che assale sistematicamente il pubblico di Wimbledon che parteggia sempre e sistematicamente per il tennista che, in quel determinato momento, sembra avere la peggio?
Se il tennista è poi anche abile nel mostrare un suo lato piacione, l'empatia che riesce a creare col pubblico, consente a questo di riconoscere le reali qualità del tennista per il quale ha deciso di parteggiare?
Nel torneo infinito del nostro panorama politico, esiste un solo tennista che meriti il tifo del pubblico? Che non rubi le palline e gli asciugamani forniti dalla organizzazione?
tanti anni fa, assistevo a tante partite di tennis e facevo sistematicamente il tifo per i giocatori italiani.
Il foro italico in alcune occasioni era una vera e propria bolgia: monetine che volavano ed insulti di varia intensità, intonazione e colore costituivano la regola. I giudici di linea – italiani - davano una manina ai nostri tennisti, chiamando fuori qualche palla dentro, e dentro qualche palla fuori.
All'inizio pur sospettando che le prime chiamate potessero essere dubbie partecipavo anch'io alla festa. Ero felice del risultato che le chiamate dubbie assicuravano al mio favorito. L’adrenalina del tifo offuscava la mia ragione.
Poi quando l'evidenza delle chiamate dubbie cominciava a lasciare pochi margini al “dubbio”, e le ruberie diventavano certezze, cominciavo dapprima a non gioire più del risultato, ed alla fine finivo per fare il tifo per il giocatore avversario.
A distanza di circa venti anni il fenomeno "bolgia" del Foro Italico è cessato.
Oggi continuo a fare il tifo per gli italiani e non mi trovo più nella lacerante condizione di dovermene vergognare durante le partite.
Verrà un giorno che assistendo ai fatti della politica giudiziaria possa avere la certezza che i giudici di linea indossino sempre gli occhiali?

IO speriamo che

tanino ferri ha detto...

Pierpaolo Bruni.
Destinato a seguire il percorso di De Magistris?
Mi auguro di no e spero, di tutto cuore, che riesca ad arrivare alla conclusione di questa inchiesta che "non sa da fare!".
tanino ferri

Anonimo ha detto...

Per io speriamo che:)
Concordo con quello che ha scritto.
Anche tangentopoli si arrestò lì...
Alessandra

Anonimo ha detto...

La magistratura, purtroppo per tutti, manifesta le proprie lacerazioni interne. Sembra quasi che ragioni di opportunità abbiano la meglio sulle ragioni del diritto. E' una cosa poco edificante, non c'è dubbio.

Ma la cosa più grave e che queste che sembrano insanabili divisioni all'interno dell'ordine della magistratura si stanno aggravando proprio nel momento di maggiore pericolo per lo stato di dirito.

Oggi, TUTTI SAPPIAMO, un presidente di un gruppo parlamentare al senato ha pesantemente insultato organi costituzionali deputati alla tutela della magistratura. Sappiamo anche che successivamente il parlamentare ha ridimensionato la portata delle sue offese. Ma ciò che veramente risulta interessante è il "segno" che balza agli occhi. Un "segno" inquitante. Esso ci dice che una parte politica è veramente determinata ha eliminare di fatto (dubito che ci riesca di diritto, ma comunque ci proverà) l'indipendenza della magistratura, ed istituzionalizzare l'impunità per l'elite politica. Ricordo anche che Cossiga è diventato presidente della commissione per la riforma della giustizia. E' un altro segnale chiaro.

Quello che chiederei ai magistrati è di rimanere uniti per quanto possibile. Di svolgere il prorpio lavoro secondo legge e serenità. E di tutelarsi reciprocamente con la parola e anche con il silenzio.

Come non rievocare il 3 volte resistere di Borrelli.

La battaglia sarà dura ed il buio pesto.

Silvio Liotta

Anonimo ha detto...

Lettera aperta A Luigi de Magistris
Caro Luigi, lungi noi dall’essere giacobini o giustizialisti, riteniamo che sia giunto il momento della riflessione e delle conseguenti decisioni. Ci permettiamo di usare il tono confidenziale di chi nell’ombra, come movimenti o associazioni per te e soprattutto per la sete di giustizia e l’affermazione dei valori della democrazia vera e partecipata ha lavorato mesi e mesi, nella speranza di una nuova Calabria. Quella primavera, quella speranza di pulizia e giustizia si è infranta contro quel magma che i poteri forti hanno creato per inghiottire tutto ciò che si intromette sul loro perverso cammino, noi cittadini abbiamo chiaro, per l’esperienza del vivere quotidiano, il quadro magmatico che tu hai perfettamente rappresentato e fatto emergere. D’altra parte il declino morale della classe dirigente attuale, è sotto gli occhi di tutti, i danni all’ambiente, la Sanità che uccide, il lavoro che non c’è, sono solo una parte di ciò che in un trentennio questa ristretta oligarchia ha realizzato, a dispetto di risorse ingentissime che sono piovute in questa sfortunata regione. Risorse che nessuno vuole spiegarci dove sono finite, le archiviazioni di procedimenti in corso possono essere accettate sole se accompagnate da plausibili spiegazioni, per esempio, del perché i depuratori non funzionano e dove soprattutto le risorse investite nel settore dove siano finite, non basta dire nessuno è colpevole, è compito della magistratura dare risposte, certe, giuste e soprattutto plausibili. Ma non siamo più trasognanti fanciulli alle prese con balocchi, abbiamo sotto gli occhi una realtà inquietante che mina il futuro delle nuove generazioni, abbiamo preso coscienza che la strada della giustizia, quella uguale per tutti, non è percorribile, le centomila firme che hanno rappresentato il momento più alto della rappresentazione di una volontà popolare libera e indignata, non hanno piegato di un millimetro i poteri forti coesi nel travolgere tutto e tutti, te per primo. Caro Luigi è venuto il momento di prendere una decisione, che siamo certi sarà soffertissima ma da tutti noi auspicata, è venuto il momento di abbandonare i Palazzi abitati da corvi, iene, e faccendieri dove i poteri forti in una sorta di intreccio perverso governano la vita degli ignari cittadini, quei Palazzi che in nome del popolo, avocano procedimenti, ne archiviano altri, smantellano indagini avviate alla conclusione, emettono verdetti assolutori contro ogni evidenza, Palazzi ormai abitati solo da Massonerie, servizi, ed istituzioni deviate. Vorremmo che tu tornassi ad essere un libero cittadino tra la gente e con la gente, per cercare di costruire insieme una nuova Nazione, libera da ricatti o gioghi, una Nazione dei cittadini, democratica, popolare, giusta e partecipata. Luigi, alimenta la speranza, lotta con noi per raggiungere quegli obiettivi irrinunciabili di libertà e giustizia che dovrebbero essere, nel terzo millennio prerogativa di ogni essere umano.
CalabriaLibre

Anonimo ha detto...

Caro De Luca,
de Magistris Pubblico Ministero calabrese viene espulso dalla Calabria! Aveva osato deragliare dal suo compito di difendere la cittadinanza calabra dall'indegna organizzazione criminale che è la 'ndrangheta, ed invero, si era messo a fare lo speleologo-geologo: studiava i fiumi sotterranei, dagli alvei a lisca di pesce. La caratteristica di questi fiumi, che hanno fonte a Bruxelles e Roma e foce a Catanzaro, è quella che anziché permettere il naturale scorrimento delle acque, consentono quello dei denari. Questi, materializzati in banconote da 500,00 €, avrebbero dovuto avere funzioni fertilizzanti per i territori di superficie lungo il corso dei fiumi, da qui l'alveo a lisca di pesce, mentre la parte giunta alla foce avrebbe dovuto fungere da fertilizzante per l'intera Calabria. La sua inesperienza e incompetenza nello studio del sottosuolo ne ha compromesso irrimediabilmente l'ecosistema.
Al peggio non c'è mai fine!
Eppure, sarebbe bastato seguire i flussi dei fiumi di superficie ove scorrono vecchie monete di piccolo taglio (5 e 10 delle vecchie lire): quelli in cui un nutrito numero di suoi colleghi, arrestando negli anni un esercito di pesciolini 'ndranghetisti, che li andavano ad abboccare, gli ha consentito di scalare i vertici nazionali dell'antimafia.
Con la solita stima, bartolo iamonte.

Anonimo ha detto...

X io speriamo che :)

Anche io penso che la gente abbia fatto più o meno gli stessi ragionamenti.

Per ciò che riguarda De Magistris però posso assicurare che, perlomeno in Basilicata, ha toccato anche ambienti di destra. Diciamo che in ogni caso, in Lucania, De Magistris è visto come il fumo agli occhi da tutte le alte sfere, siano esse appartenenti alla politica (di destra e di sinistra) che all'imprenditoria (il sequestro dei cantieri del mega villaggio turistico di Marinagri ha reso infelice più di una persona)

Non parliamo poi di quanto poteva dare fastidio in Calabria.

Credo che per De Magistris non poteva esserci scampo, a prescindere, come direbbe Totò. 8(

Luciana

NeoAtu ha detto...

Salve a tutti, siamo in attesa di riscontro dagli autori di "Uguale Per Tutti" su questa vicenda che si incontra con "Why Not" http://blog.libero.it/comitatoatu/5087408.html
Leggete cosa accade negli Uffici Giudiziari con la gestione dell'informatica.
http://www.comitatoatu.it

Cinzia ha detto...

per Neoatu

allucinante questa situazione, ma non abbastanza diffusa, bisogna pubblicizzarla di più, renderla più visibile. Non è assolutamente conosciuta dalla maggioranza delle persone comuni che non si occupano di giustizia, infondo la vostra è una situazione di precariato come ce ne sono tante (nella scuola, nelle università, nella sanità...), ma il pericolo che contiene è davvero molto più esplosivo.
Anche la rivista da cui è tratto l'articolo non è poi così diffusa, almeno non a livello nazionale, credo. E' un ottimo articolo, cercate di diffonderlo anche su altri blog che non necessariamente trattano di giustizia, l'argomento va ben oltre e sono certa che troverete consensi.
I cittadini vanno informati e se non lo fanno adeguatamente i giornalisti, almeno noi facciamo Rete.

NeoAtu ha detto...

Salve Cinzia, purtroppo in quasi 3 anni di "lotte" (uso le virgolette perchè nonostante fossimo quasi un migliaio sono ben pochi quelli che si sono esposti sul serio) ne abbiam viste di cotte e di crude e di "stranezze". Addirittura "Report" che intervenne l'anno scorso a Napoli durante lo sciopero di una settimana di cento informatici Atu di 3 Regioni (una cosa mai arrivata sui media nazionali, di cui però trovi traccia nei giornali locali dell'epoca) girò un grosso servizio che...non è mai andato in onda!!! Sotto sotto è palese che ci sia qualcuno che "rema contro" la nostra storia, spero che i Magistrati del blog ci aiutino a dare visibilità alla cosa.

Gennaro Giugliano ha detto...

Rimango sempre dell'avviso ( e quindi bisogna fare un passo indietro andando all'inizio della vicenda giudiziaria) che se le persone interessate dai provvedimenti giudiziari si fossero attenuti ad un comportamento di correttezza in prima analisi rispondendo ad una esigenza di trasparenza per i cittadini comuni,forse oggi ci ritroveremo con una indagine avviata a ottimo punto,personaggi che per cause di forza maggiore dovevano dimettersi dai loro mandati e molto probabilmente con un governo ancora in essere

Cinzia ha detto...

Per Neoatu.

Immagino che le difficoltà siano enormi, come enormi mi sembrano gli interessi e i pericoli, ma insisto che sia importante uscire fuori anche dal recinto.
Io oggi ho mandato un po' di mail a varie redazioni web con il link dell'articolo. Purtroppo quasi tutti sono monopolizzati dagli argomenti principali, anche se trattati in forma diversa, che poi sono più o meno gli stessi di giornali e tv. Ma non bisogna demordere, facciamo Rete, informiamo la gente e rompiamo le scatole a tutte le redazioni che pensiamo possano recepire l'importanza e la gravità di questa notizia.
Di Report non mi stupisco.
Tentare d'incontrare la strada di quelli troppo famosi è un terno al lotto difficile da vincere, anche loro pubblicizzano solo ciò che gli rende maggiore visibilità, e pestano i calli solo previo autorizzazione.
Guarda Travaglio, con quello che hanno fatto a De Magistris (su cui non ha speso una parola in questi giorni), non trova di meglio che prendersela con Di Pisa, ma questo gli rientra nel motiv della commemorazione. Lui sa che Luigi finirà nel dimenticatoio e parlarne non gli darebbe il giusto feedback, sai com'è... lo status bisogna saperselo mantenere e Travaglio è un giornalista raffinato e preparato. Sa dove tira il vento di bufera tanto bene che riesce anche ad anticiparlo (o manovrarlo chissà?!)...

Non vi scoraggiate, io sono una semplice cittadina ma farò il possibile (anche se poco) per aiutarvi.

Cinzia ha detto...

Per Neoatu

per ora l'unica redazione a rispondermi è stata quella di c6tv, una web-tv, ti copio qui la mail che mi hanno inviato e il link per raggiungerli.

c6post-it redazione c6TV

assolutamente grazie.
Oggi alle 19 seguici.. non potremo leggere tutto quell'articolone.. ma ne daremo un assaggio per invogliare i ns telespettatori a cercarlo tramite i link che forniremo
Continua a inviarci segnalazioni.. non mancheremo di amplificare certe notizie.
Puoi anche lasciarle tra i commenti della puntata.. anzi, noi preferiremmo ci arrivassero così, ma evidentemente abbiamo sbagliato qualcosa nel meccanismo.. e tutti ce le mandano tramite mail.. ora che lo sai conto sul fatto che lo terrai presente in futuro.. e se vuoi proprio star sicura fai le due cose. ;)
Spero la puntata di oggi ti piaccia, e Grazie per la collaborazione

Daniel Enrique C.

il link: http://new.c6.tv/

Cinzia ha detto...

Spero che qualcuno sia riuscito e vedere la diretta,
non era male considerata la giovane età dei redattori e i mezzi tecnici non proprio eccellenti. Mi sembra siano stati molto attenti e accurati nella ricerca delle fonti e nella loro segnalazione.
Magari fosse sempre così facile mandare in onda una notizia di questo calibro!

Finché c'è Rete c'è speranza!

Anonimo ha detto...

Ciao Cinzia sono del Comitato, sì il messaggio è arrivato in tempo e penso che diversi di noi abbiano assistito alla trasmissione. La linkeremo sul blog non appena C6 Tv la mette su Youtube come le altre.
Grazie davvero per il tuo aiuto.
Mi raccomando firma e fai firmare la nostra petizione a http://www.comitatoatu.it/petizione_atu.html